Thomas Guggeis: giovedì 5 giugno alle ore 20 in Sala Zubin Mehta

Giovedì 5 giugno alle ore 20 il maestro Thomas Guggeis per la prima volta sul podio della Sala Mehta, alla guida dell’Orchestra del Maggio, per un appuntamento sinfonico del Festival del Maggio. 

In programma la Sinfonia in do maggiore K. 551, “Jupiter”, di Wolfgang Amadeus Mozart e la Sinfonia n. 5 di Sergej Prokof’ev.

Il concerto sarà trasmesso in differita su Rai Radio 3 
 

Firenze, 3 giugno 2025 – Continua il ricco programma sinfonico dell’87ª edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentinogiovedì 5 giugno alle ore 20, in Sala Zubin Mehta, il debutto del maestro Thomas Guggeis alla guida dell’Orchestra del Maggio.

Il maestro Guggeis, per la prima volta protagonista sul podio del Maggio, dopo gli studi a Monaco di Baviera e a Milano è stato Staatskapellmeister presso l'Opera di Stato di Berlino e Primo Kapellmeister presso l'Opera di Stato di Stoccarda. Allievo di Daniel Barenboim, ha collaborato con importanti orchestre come la Staatskapelle di Dresda, la Filarmonica di Monaco di Baviera, la Vienna Symphony Orchestra, l'Orchestra Sinfonica di Milano e l'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI.

Nel corso delle ultime stagioni è stato direttore ospite al Teatro alla Scala nella storica produzione di Giorgio Strehler della mozartiana Die Entführung aus dem Serail, al Metropolitan Opera con Der fliegende Holländer e alla Staatsoper di Vienna con Die tote StadtSalomèLa Traviata e Falstaff.

La serata si apre con una delle più amate composizioni di Wolfgang Amadeus Mozart, la Sinfonia in do maggiore K. 551, conosciuta come Jupiter: ultimo atto sinfonico della vita del genio di Salisburgo, fu composta durante l'estate del 1788, in un momento della sua vita rattristato dalla mancanza di denaro e soprattutto dalla morte della piccolissima figlia Theresia. Egli scrisse in questi mesi le tre Sinfonie che sarebbero state le sue ultime, nate fra le amarezze ma anche attingendo a un misterioso e inesauribile fondo di gioia musicale. La Sinfonia K. 551, il cui il soprannome di Jupiter venne, forse, su suggerimento dell'impresario londinese Johann Salomon è una sorta di apoteosi dei principi dialettici della forma-sonata, estesi a ciascuno dei quattro movimenti e tuttavia innervati da un uso del contrappunto capace di aprire nuovi orizzonti espressivi: la grandiosa fuga finale, ad esempio, si pone al vertice come il capolavoro dello stile classico nella sua stagione più matura.

Segue la Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore op. 100 di Sergej Prokof’ev: venne scritta di getto, in un solo mese; il compositore scriveva la partitura abitualmente su due pentagrammi in modo che fosse possibile suonarla al pianoforte; in un secondo tempo egli si dedicava alla strumentazione, anche se apponeva già indicazioni in merito sulla partitura già scritta. Prokof’ev stesso dichiarò che la sinfonia era da lui pensata come "…Un inno all'Uomo libero e felice, alle sue potenti forze e al suo spirito puro e nobile".