Domenica 12 ottobre alle ore 17, nella Sala Grande del Teatro, va in scena la prima recita del “Macbeth” di Giuseppe Verdi.
Sul podio, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio, il maestro Alexander Soddy.
Il capolavoro verdiano è proposto con lo spazio e la regia curati da Mario Martone e le scene firmate da Mimmo Paladino.
In scena – nei ruoli principali – Luca Salsi è Macbeth; Vanessa Goikoetxea interpreta Lady Macbeth; Antonio Di Matteo veste i panni di Banco e Antonio Poli è Macduff.
Nuovo allestimento
Firenze, 3 ottobre 2025 – Dopo il successo delle recite de Les pêcheurs de perles, la stagione autunnale del Maggio Musicale Fiorentino mette in programma da domenica 12 ottobre 2025 alle ore 17 Macbeth, il capolavoro di Giuseppe Verdi tratto dall’omonima tragedia di William Shakespeare.
Altre tre le recite previste in cartellone: il 14 e il 17 ottobre alle ore 20 e il 19 ottobre alle ore 15:30.
Questa messa in scena è la 21esima del titolo a Firenze, la cui storia inizia con la Città, al Teatro della Pergola, il 14 marzo del 1847 dove fu eseguita per la prima volta in assoluto. Al Comunale la prima rappresentazione è del maggio 1951 con Vittorio Gui sul podio, alla quale ne seguono altre sei programmazioni del titolo: nel 1969, nel 1975, nel 1995, nel 2002, nel 2013, e l’ultima - in forma di concerto - al Teatro del Maggio Fiorentino, diretta da Riccardo Muti nel 2018.
Sul podio della Sala Grande del Teatro il maestro Alexander Soddy, che torna alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio dopo le recite della Salome straussiana che ha inaugurato lo scorso 87esimo Festival del Maggio e che ha segnato suo il debutto fiorentino.
Lo spazio e la regia dello spettacolo sono curati da Mario Martone, le scene sono firmate da Mimmo Paladino che realizza per il Macbeth e per il Maggio, anche una vera opera d’arte: il maestoso, enorme sipario dipinto su legno ispirato all’affresco “Il Trionfo della morte” di palazzo Abattellis a Palermo.
Lo scenografo realizzatore è Barbara Bessi, i costumi sono di Ursula Patzak, luci e video sono di Pasquale Mari e Alessandro Papa è il video designer. La coreografia della messinscena è di Raffaella Giordano. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.
Il cast vocale è formato da Luca Salsi come Macbeth; Vanessa Goikoetxea come Lady Macbeth; Antonio Di Matteo nei panni di Banco, al suo debutto al Maggio e da Antonio Poli nella parte di Macduff. Elizaveta Shuvalova è la Dama di Lady Macbeth; Lorenzo Martelli interpreta Malcolm; Huigang Liu è Un medico; Egidio Massimo Naccarato è Un domestico e Lisandro Guinis è Un sicario mentre Dielli Hoxha e Nicolò Ayroldi sono rispettivamente Un araldo e la Prima apparizione.
Chiudono il cast come la Seconda Apparizione e la Terza Apparizione Aurora Spinelli e Caterina Pacchi.
“Sono davvero fiero di tornare a Firenze dopo Salome e il concerto che ho diretto nel corso dell'87esimo Festival del Maggio – dice Alexander Soddy - Tornare qui e farlo dirigendo il Macbeth di Giuseppe Verdi rende tutto questo ancora più speciale: io sono cresciuto con le opere di William Shakespeare e Macbeth è davvero un esempio perfetto di una tragedia marcata da tratti chiaroscuri e la musica che Verdi ha costruito intorno ad essa è assolutamente meravigliosa. È caratterizzata da aspetti che possiamo definire quasi ‘estremi’ e si sente in modo cristallino l’impronta energica del Verdi giovanile. In questa produzione abbiamo la fortuna di avere un cast davvero straordinario che - insieme a questa magnifica Orchestra e al Coro diretto dal maestro Fratini - sono capaci di trasmettere al pubblico tutti i colori e tutte le sfumature presenti nella partitura verdiana. Luca Salsi penso sia al momento il miglior Macbeth al mondo ed è davvero un immenso piacere poter lavorare al suo fianco; Vanessa Goikoetxea, che interpreta Lady Macbeth – a mio avviso uno dei ruoli verdiani più difficili ed estremi – è davvero eccezionale nel rendere sia vocalmente che scenicamente questa parte così complessa. Infine ci tengo a sottolineare come sia stimolante poter lavorare insieme a Mario Martone che fin da subito è stato capace di comprendere e di rendere scenicamente, e in modo assolutamente perfetto, la profondità di questo dramma”.
Il regista Mario Martone – cha al Maggio ha debuttato nell’aprile del 2007 curando la regia dell’Antigone con la musica di Ivan Fedele – ha sottolineato gli aspetti più importanti che caratterizzano il suo Macbeth: “Questo spettacolo è da un lato un viaggio interiore nella psiche di un uomo e di sua moglie, del rapporto ossessivo e inappagato che li lega indissolubilmente, dall’altro una manifestazione scenica delle forze che li manovrano, e che manovrano noi, attraverso la presenza delle streghe. Noi crediamo di essere liberi ma le forze che muovono le nostre azioni sono innumerevoli, e vengono sia da dentro di noi come da fuori. Il fuori si manifesta solo in un momento nel Macbeth di Verdi, l’unico in cui si esce dal palazzo regale, un’apertura in cui appare un’umanità dolente percossa dalla violenza della guerra e della stupidità criminale del potere. La psiche di chi governa è spesso particolarmente esposta all’azione sadica e beffarda delle streghe, e a pagarne le spese sono infiniti esseri umani al mondo. Viviamo un tempo cui questo è purtroppo molto evidente”.
Luca Salsi, che torna al Maggio dopo l’Otello andato in scena nella primavera del 2023 con la direzione del maestro Zubin Mehta, ha parlato della suo gioia nel tornare a Firenze e di farlo dando voce a uno dei personaggi a lui più cari, ossia Macbeth, che nel corso della sua carriera ha interpretato altre due volte a Firenze: “Macbeth è in assoluto una delle opere che amo di più e che più mi rappresentano. Nel corso della mia carriera l’ho interpretata circa 150 volte e qui a Firenze l’ho cantata in due occasioni: nel 2018 con la direzione del maestro Muti e nel 2013, in occasione del bicentenario verdiano, sotto la bacchetta di James Conlon. Amo moltissimo il personaggio di Macbeth, una parte davvero complessa sia sul piano vocale che su quello recitativo: in questa produzione sono però aiutato moltissimo da Mario Martone con il quale già avuto modo di lavorare in occasione dell’Andrea Chénier scaligero del dicembre 2017. Lavorare insieme a lui è sempre stimolante, ha sempre idee briose e mai banali poiché la cosa complessa di quest’opera è il rischio - sempre alto - di sconfinare nell’esagerazione.
Qui invece si è lavorato molto sull’aspetto caratteriale dei personaggi e questo si adatta molto all’essenza stessa dell’opera di Verdi. Questo per me è davvero importante perché amo molto le parti impegnate da un punto di vista recitativo: mi è possibile infatti scavare dentro le emozioni del personaggio e questo marca davvero una grande differenza fra quella che è una semplice interpretazione vocale di un ruolo e quella che invece è un’interpretazione che efficace soprattutto a livello comunicativo, ancor di più in un libretto shakespeariano come Macbeth. Infine, sono davvero contento di lavorare per la prima volta insieme al maestro Soddy: è un direttore di grande talento con idee sempre precise e brillanti”.
Vanessa Goikoetxea, che torna al Maggio dopo il successo delle recite di Tosca del maggio del 2024 che hanno segnato il suo esordio fiorentino, ha sottolineato la sua soddisfazione di debuttare in un ruolo verdiano per la prima volta in carriera: “Lady Macbeth è senza dubbio un ruolo complesso, sia dal punto di vista dell’impegno vocale sia dal punto di vista recitativo; è una donna dalla psicologia molto complessa. Se da un lato lo si può senza dubbio definire un personaggio crudele, dall'altro ci si può anche soffermare su un altro aspetto, meno evidente se vogliamo: lei ama davvero Macbeth, anche se naturalmente la sua sete di potere prevarrà anche su questo lato sentimentale. La duplicità del suo animo la rende naturalmente complessa da analizzare e interpretare. Mi emoziona e mi stimola molto sapere che questa è la prima opera di Verdi che affronto in carriera e mi ha davvero colpito vedere come egli ha dipinto Lady Macbeth: nella musica stessa si trova ogni singolo aspetto della storia narrata in scena. Verdi, così come sarà poi per Puccini, ha questa straordinaria capacità di narrare la storia – o meglio, il dramma – quasi esclusivamente attraverso la musica e le note, che contengono in sé tutto il cuore e l’anima della vicenda shakespeariana.
È la prima volta che lavoro insieme al maestro Soddy: un musicista davvero formidabile che mi ha aiutato a trovare ogni sfumatura e ogni colore di questo ruolo così complesso. Quest’opera si racconta non solo attraverso la musica o la trama ma anche e soprattutto attraverso l’espressività delle singole parole. Infine, sono davvero felice di debuttare in un ruolo come questo al fianco di un artista come Luca Salsi che è un interprete verdiano di assoluto riferimento e di enorme valore”.