
Torna al Teatro del Maggio “La bohème”, di Giacomo Puccini fra le più amate opere di tutto il repertorio lirico.
Sul podio, alla guida dell’Orchestra, del Coro e del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio, il maestro Diego Ceretta, la regia – ripresa da Stefania Grazioli – è firmata da Bruno Ravella.
In scena, nelle parti principali, Carolina López Moreno e Nombulelo Yende interpretano Mimì; Long Long e Davide Giusti sono Rodolfo; Danylo Matviienko e Francesco Samuele Venuti interpretano Marcello e Mariam Battistelli e Elisa Balbo vestono i panni di Musetta.
Sono otto le recite complessive: il 20, 21, 23, 28, 30 e 31 dicembre 2025 e il 2 e 4 gennaio 2026.
Allestimento del Maggio Musicale Fiorentino
Firenze, 17 dicembre 2025 – A distanza di due anni dal grande successo dell’ultima messinscena torna al Teatro del Maggio una delle più amate opere di Giacomo Puccini e di tutto il repertorio lirico, La bohème, il capolavoro basato su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica e ispirato al romanzo di Henri Murger “Scènes de la vie de bohème”.
Sul podio della Sala Grande, alla guida dell’Orchestra, del Coro e del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio il maestro Diego Ceretta, al suo debutto operistico al Maggio.
La regia dello spettacolo, ripresa dell’allestimento andato in scena nell’autunno del 2023, è firmata da Bruno Ravella e ripresa da Stefania Grazioli.
Le scene sono curate da Tiziano Santi; i costumi da Angela Giulia Toso e le luci, riprese da Emanuele Agliati, sono di D.M. Wood. Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini; la maestra del Coro di voci bianche dell’Accademia è Sara Matteucci.
Sono otto le recite complessive in calendario: il 20 e il 31 dicembre alle ore 17; il 21, 28 dicembre e 4 gennaio alle ore 15:30; il 23 e 30 dicembre e il 2 gennaio alle ore 20.
Sul palcoscenico una grande compagnia di canto giovane e talentuosa che, alternandosi, è protagonista delle otto recite in cartellone.
Carolina López Moreno – di ritorno a Firenze dopo i trionfi di Madama Butterfly e de La traviata dello scorso anno – e Nombulelo Yende (nelle recite del 21, 28, 31/12 e del 4/1) interpretano Mimì; Long Long e Davide Giusti (recite del 21, 28, 31/12 e del 4/1) sono Rodolfo; Danylo Matviienko e Francesco Samuele Venuti (recite del 21, 28, 31/12 e del 4/1) interpretano Marcello e Mariam Battistelli e Elisa Balbo (recite del 21, 28, 31/12 e del 4/1) vestono i panni di Musetta.
Il resto del cast lirico è formato da Matteo Loi e Giuseppe Toia (recite del 21, 28, 31/12 e del 4/1) come Schaunard; da Manuel Fuentes nella parte di Colline; Davide Sodini interpreta la doppia parte di Benoît e Alcindoro; Carlo Messeri e Massimiliano Esposito (recite del 30, 31/12 e del 2, 4/1) nel ruolo di Un venditore ambulante e Alessandro Lanzi e Matteo Tavini (recite del 30, 31/1 e del 2, 4/1) vestono i panni di Parpignol. Chiudono il cast, rispettivamente come Sergente dei doganieri e di Un doganiere, Lisandro Guinis e Dielli Hoxha (recite del 30, 31/12 e del 2, 4/1) e Nicolò Ayroldi e Egidio Massimo Naccarato (recite del 30, 31/12 e del 2, 4/1).
Diego Ceretta, che torna sul podio della Sala Grande del Maggio dopo il War Requiem da lui diretto la scorsa primavera, e che con questo titolo affronta per la prima volta al Maggio un’opera lirica, ha sottolineato i tratti che più caratterizzano questa produzione e la sua interpretazione dell’opera di Puccini: “La partitura di Bohème è sempre una grande sfida per un direttore d’orchestra perché sono tanti gli aspetti di cui tener conto. Per esempio il 2º quadro è particolarmente complesso perché bisogna governare una massa sonora importante: banda, coro, voci bianche e orchestra, tutti inseriti in una scrittura fitta e molto articolata. Anche l’attacco del 1º quadro ha un peso specifico notevole. Nonostante questo penso che dal punto di vista musicale La bohème sia l’opera migliore con cui un direttore, anche giovane, possa iniziare ad approcciarsi alla lirica pucciniana: ha una freschezza e un’immediatezza che ‘chiedono’ di lasciarla esprimere senza che la si costruisca a tavolino. Lo stesso vale per i rapporti tra i personaggi - continua Ceretta - che sono molto stretti, non solo musicalmente, ma anche a livello di libretto. La bohème è costruita per coppie — Rodolfo e Mimì, Marcello e Musetta, Schaunard e Colline — oltre che sull’amicizia che lega i quattro amici. La mia direzione serve proprio a questo: non a forzare le relazioni, ma a far capire passo dopo passo perché un personaggio esprime o canta qualcosa e perché l’altro reagisce in un certo modo. Tutti conoscono profondamente l’opera e l’hanno cantata tantissime volte - quindi il lavoro, il mio lavoro con loro - consiste soprattutto nell’aprire nuovi spiragli interpretativi”.
Lo spettacolo è una ripresa di quello andato in scena per la prima volta nel settembre 2017 e poi ripreso fra il dicembre 2019, il gennaio del 2020 e il novembre del 2023, sempre accolto con grande calore sia dalla critica che dal pubblico. L’allestimento vede Rodolfo, Mimì, Marcello, Musetta e gli altri protagonisti nella Parigi del tardo Ottocento: lo spaccato della soffitta di Rodolfo e Marcello dove si ambienta il primo quadro dell’opera è semplice ed essenziale negli spazi, mentre nel secondo quadro a dominare la scena è un grande semicerchio ricco di luci, con lo scheletro della soffitta del primo quadro che diventa la struttura del celeberrimo Café Momus. Anche il terzo quadro è semplice nella sua struttura: l’ambientazione della scena ambientata a La Barriera d’Enfer è formata da una piccola costruzione in legno, una sbarra e una panchina. Le scene sono curate ma non smodatamente realistiche, in modo da non mostrare un semplice ritratto fotografico dell’epoca in cui è ambientata la produzione ma volte più a ‘suggerire’ gli spazi piuttosto che a mostrarli come in una vera e propria fotografia.
Nel corso della lunga storia del Teatro il capolavoro pucciniano è stato in assoluto fra i titoli più rappresentati, a partire dal 1929, anno della prima recita nelle nostre stagioni: questa, difatti, segna la trentesima produzione de La bohème al Maggio, per un totale di oltre 170 recite.