"Der junge Lord" opera di Hans Werner Henze (inedita per l'Italia)

Continua la programmazione lirica dell’87esimo Festival del Maggio Musicale Fiorentino: in programma, nella Sala Grande del Teatro, “Der junge Lord” di Hans Werner Henze.

Sul podio, alla guida dell’Orchestra, del Coro del Maggio Musicale Fiorentino e del Coro di voci bianche dell'Accademia del Maggio il maestro Markus Stenz.

La regia dello spettacolo è firmata da Daniele Menghini.

Prima rappresentazione nelle stagioni del Maggio e prima rappresentazione in Italia in lingua originale

Nuovo allestimento

La recita del 28 maggio sarà trasmessa in diretta su Rai Radio 3 

Il manifesto dell’opera è di Gianluigi Toccafondo

Firenze, 14 maggio 2025 – Dopo il caloroso e intenso successo della Salome inaugurale, la programmazione operistica nell’ambito dell’ 87º Festival del Maggio Musicale Fiorentino prosegue con Der junge Lord, opera in due atti di Hans Werner Henze su libretto della poetessa austriaca Ingeborg Bachmann. Opera e libretto s’ispirano alla fiaba La scimmia come uomo di Wilhelm Hauff, un favolista tedesco del XIX secolo.

L’opera è rappresentata per la prima volta nelle stagioni del Maggio e per la prima volta in Italia in lingua originale: la prima recita è domenica 25 maggio, alle ore 17, le repliche mercoledì 28 (ore 20) e sabato 31 (ore 15:30).

Sul podio della Sala Grande del Maggio il maestro Markus Stenz, che in Teatro ha debuttato nell’autunno del 1990 in un concerto sinfonico dove diresse proprio una composizione di Henze, ossia la Barcarola. La regia dello spettacolo è affidata a Daniele Menghini, al suo debutto assoluto sulle scene fiorentine. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini; la maestra del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio è Sara Matteucci.

In questo nuovo allestimento le scene sono di Davide Signorini, i costumi di Nika Campisi e le luci di Gianni Bertoli.

Protagonisti inoltre i ballerini della Compagnia KOMOCO che danzeranno sulle basi della coreografia curata da Sofia Nappi; l’assistente alla coreografia è Adriano Popolo Rubbio.

Il cast è formato dall’attoreGiovanni Franzoni nella parte di Sir Edgar e - nella corposa compagnia di canto – da Levent Bakirci come Sein Sekretär (il suo segretario; da Matteo Falcier nella parte di Lord Barrat; Marily Santoro veste i panni di Luise; Caterina Dellaere interpreta Begonia; Andreas Mattersberger è Der Bürgermeister e Marina Comparato interpreta la Baronin Grünwiesel. Marily Santoro è Luise e Antonio Mandrillo è Wilhelm.

Un grande numero di talenti ed ex talenti dell’Accademia del Maggio completa la compagnia di cantoYurii Strakhov è Oberjustizrat Hasentreffer; Gonzalo Godoy Sepúlveda è Ökonomierat Scharf; il Professor von Mucker è interpretato da Lorenzo MartelliAloisia de Nardis veste i panni di Frau Oberjustizrat Hasentreffer, Nikoletta Hertsak interpreta Ida; Letizia Bertoldi è Ein Kammermädchen; Ioanna Kykna è Frau von Hufnagel e Davide Sodini è Ein Lichtputzer.

Il sovrintendente Carlo Fuortes ha detto: “Sono molto felice di mettere in cartellone quest'opera; avevo in mente di farlo già da molti anni, in altri teatri, e alla prima edizione del Festival del Maggio, da me curata, ho voluto inserirla subito. È una perla, un vero pezzo di teatro musicale straordinario mai fatto in Italia con una musica meravigliosa e un libretto di grande attualità. La poetessa e librettista Ingeborg Bachmann, insieme al compositore Henze, trattano temi di diversità, di difficoltà di comprensione all'interno della società con una cifra stilistica fenomenale e ancora oggi è molto attuale. La musica poi racconta tutto non risultando mai didascalica: ha messaggi veri e profondi anch’essa. Per questo l’opera è bellissima, inoltre è molto complessa: 15 cantanti, il nostro fantastico Coro, un Coro di voci bianche, un nutrito cast vocale, attori, danzatori, circensi sul palco e che si “muovono” tra delle scene molto impegnative immaginate dal regista e costruite nei nostri laboratori; in buca un’Orchestra meravigliosa come la nostra che non ha mai eseguito quest’opera. Per il Teatro è un grande impegno ed è giusto che sia il Maggio a prendersi questo ‘rischio’: il nostro teatro deve continuare la sua tradizione nobilissima. Anche per l’anno prossimo, abbiamo annunciato una nuova produzione infatti inaugureremo il prossimo festival con The Death of Klinghoffer di John Adams e nel corso della stagione 2026 abbiamo altrettanto annunciato una nuova commissione Romanzo Criminale: il Maggio deve continuare ad avere l’attenzione per il nuovo”.

Parlando di questa nuova produzione, il maestro Markus Stenz ha sottolineato come l’opera sia già definibile un classico: “Credo che Der junge Lord sia già definibile un classico e non una composizione contemporanea. È anche un delizioso esempio di opera buffa, creata con il prezioso contributo della librettista Ingeborg Bachmann; amo inoltre che quest’opera sia veramente puro teatro e che vada decisamente oltre a quelle che sono le nostre aspettative del mondo digitale moderno: ristabilisce il concetto del ‘fare teatro per il teatro’. Tutti gli effetti speciali sono naturali e creati dalle persone stesse e il palcoscenico è colmo: ci sono attori, il coro, i giovani del Coro delle voci bianche e i figuranti. Quest’opera è il massimo del divertimento insomma, ma al contempo è anche impressionantemente profonda. Lavorare con Daniele Menghini è stato molto stimolante, apprezzo molto la sua visione dell’opera, è sì capace di raccontare questa storia esattamente per quello che essa vuole trasmettere ma è stato anche in grado di farlo con tanta creatività: questo permette di capire l’opera senza la necessità di conoscerla prima e la storia, semplicemente, si sviluppa davanti agli occhi del pubblico”.

Daniele Menghini ha fatto eco alle parole del maestro Stenz: “È una gioia e un onore poter debuttare in questa edizione del Festival del Maggio e lo è ancor di più poterlo fare con un’opera come Der junge Lord, che conferma lo spirito pionieristico di un Festival che ha sempre cercato di scovare titoli inediti e fuori dagli schemi classici del repertorio. In quest’occasione viene fatto con la meravigliosa opera che Henze compose insieme alla poetessa Ingeborg Bachmann, partendo da una novella tedesca dell’800 grazie alla quale ha composto un vero e proprio capolavoro dai tratti decisamente irriverenti che ci rivela tutte le nostre ipocrisie e tutte le nostre nevrosi che tutti noi spesso facciamo fatica a riconoscere e ammettere. È un’opera corale, imprevedibile e a tratti scorretta che - se da un lato guarda alla tradizione – dall’altra la deforma con quel cinismo grottesco che solo i tedeschi sanno trasmettere. Il finale, inaspettato, indirettamente ci fa domandare: che cosa siamo disposti a sacrificare della nostra civilissima umanità per apparire meno bestiali e brutali di quanto siamo in realtà?”.