87º Festival del Maggio Musicale Fiorentino
Zubin Mehta
Sabato 21 giugno 2025 alle ore 20 – nella Sala a lui intitolata – il maestro Zubin Mehta sul podio alla guida dell’Orchestra del Maggio per il concerto conclusivo dell’87esima edizione del Festival del Maggio.
In cartellone le musiche di Ludwig van Beethoven e di Richard Strauss.
Si ringrazia Ferragamo per il sostegno
Firenze, 19 giugno 2025 – Dopo quasi tre mesi ricchi di tre opere (Salome, Der junge Lord e Aida), il balletto Caravaggio con Roberto Bolle, dodici concerti e i numerosi appuntamenti del “Maggio aperto” e lo spettacolo per le famiglie, è in cartellone l’ultimo concerto sinfonico della programmazione dell’87º Festival del Maggio Musicale Fiorentino che comunque prosegue con le recite di Aida fino al 1° luglio 2025. Sabato 21 giugno – alle ore 20, in Sala Mehta – il maestro Zubin Mehta sale sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio, per un concerto con musiche di Ludwig van Beethoven e di Richard Strauss. Con lui nel corso delle due esecuzioni lo affiancheranno Amira Abouzahra, solista nel concerto beethoveniano e Salvatore Quaranta nell’esecuzione della composizione straussiana.
Il concerto si apre con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 61 di Ludwig van Beethoven: la partitura - iniziata nell’autunno del 1806 - fu pronta in poche settimane e il 23 dicembre di quello stesso anno il Concerto op. 61 debuttò con Clement solista al Theater an der Wien, suscitando pareri discordanti. L’iniziale diffidenza nei confronti di quest’opera, che nei decenni seguenti troverà meritata affermazione, fu dettata dalla sua natura poco virtuosistica. A differenza di altri concerti per violino e orchestra, dove il solista fa bella mostra delle proprie capacità con virtuosismi di ogni sorta sulle quattro corde, il Concerto op. 61 di Beethoven è invece improntato a una scrittura elegante e cantabile che poco concede al virtuosismo puro. La protagonista nel corso del Concerto in re maggiore, come violino solista, è Amira Abouzahra: ha già partecipato e vinto numerosi concorsi internazionali, fra cui il “Jugend musiziert” in Germania, l’International Ilona Fehér Violin Competition in Ungheria, Franz Liszt Chamber Orchestra in Virtuosos Talent Show e il String Soloist Award all’ISA Festival esibendosi in prestigiosi palcoscenici come il Lincoln Center a New York, il Covent Garden a Londra, al Palace of Arts di Budapest e all’Old Parliament House di Singapore.
Recentemente, proprio insieme al maestro Mehta, è stata fra le protagoniste della tournée del Maggio la scorsa estate in Cina.
Il maestro Zubin Mehta, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e Amira Abouzahra saranno inoltre protagonisti il 26 giugno a Ravenna, a Palazzo Mauro De André, per un altro appuntamento sinfonico.
Chiude la serata “Ein Heldenleben op. 40”. Ultimo dei poemi sinfonici di Richard Strauss, Ein Heldenleben (Vita d’eroe) op. 40 fu composto nel 1898 e tenuto a battesimo a Francoforte l’anno seguente – nel marzo del 1899 - dallo stesso autore. La grande stagione dei poemi sinfonici si chiudeva con un lavoro autobiografico, poiché l’eroe del titolo è il compositore stesso. “Il programma di Ein Heldenleben era pronto nella mia mente prima che io componessi la musica” racconta Strauss, che in una lettera all’editore Spitzweg dice anche di aver realizzato l’opera per appagare “un’urgentissima necessità di eroismo”.
Solista nel corso del pezzo straussiano Salvatore Quaranta, spalla dei primi violini dell’Orchestra del Maggio.
Il programma:
Ludwig van Beethoven
Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 61
Nel corso della sua carriera Beethoven si dedicò assai di rado alle composizioni per violino e orchestra; così, a parte le due Romanze op. 40 e op. 50, il Concerto in re maggiore op. 61 rappresenta non solo la sua opera somma nel genere ma anche l’unico concerto scritto per questo strumento. L’occasione fu fornita dalla conoscenza del violinista Franz Clement, noto virtuoso del tempo, direttore del Theater an der Wien, nonché dedicatario e primo interprete dell’opera. La partitura, iniziata nell’autunno del 1806, fu pronta in poche settimane e il 23 dicembre di quello stesso anno il Concerto op. 61 debuttò con Clement solista al Theater an der Wien, suscitando pareri discordanti. L’iniziale diffidenza nei confronti di quest’opera - che nei decenni seguenti troverà meritata affermazione - fu dettata dalla sua natura poco virtuosistica. A differenza di altri concerti per violino e orchestra, dove il solista fa bella mostra delle proprie capacità con virtuosismi di ogni sorta sulle quattro corde, il Concerto op. 61 di Beethoven è invece improntato a una scrittura elegante e cantabile che poco concede al virtuosismo puro. Anche il rapporto dialettico tra solista e orchestra risente di questa scelta poiché risulta privo di forti contrapposizioni timbriche e dinamiche e non si risolve, come ci si aspetterebbe, con il prevalere esclusivo del solista sull’orchestra ma con un dialogo complice tra le due parti.
Richard Strauss
“Ein Heldenleben op. 40”
Ultimo dei poemi sinfonici di Richard Strauss, Ein Heldenleben (Vita d’eroe) op. 40 fu composto nel 1898 e tenuto a battesimo a Francoforte l’anno seguente - il 3 marzo 1899 - dallo stesso autore. La grande stagione dei poemi sinfonici si chiudeva con un lavoro autobiografico, poiché l’eroe del titolo è il compositore stesso. “Il programma di Ein Heldenleben era pronto nella mia mente prima che io componessi la musica” racconta Strauss, che in una lettera all’editore Spitzweg dice anche di aver realizzato l’opera per appagare “un’urgentissima necessità di eroismo”. Un eroismo che si riflette nella tonalità scelta di mi bemolle maggiore - la stessa dell’Eroica di Beethoven - e nell’impiego di un’orchestra poderosa, rinforzata soprattutto nella sezione degli ottoni, “con tanti corni che sono sempre un chiaro segno di spirito eroico”, sottolineò compiaciuto il compositore. Un autoritratto realizzato senza risparmio dunque, frutto di un artista pienamente consapevole del proprio valore e di un successo ormai consolidato. Articolato in sei sezioni (L’eroe, Gli avversari, La compagna, Il campo di battaglia, Le opere di pace, Il ritiro dal mondo e La fine dell’eroe) Ein Heldenleben è una riflessione del compositore sulla propria esistenza ma anche un bilancio delle esperienze artistiche vissute fino a quel momento. Non a caso, Strauss dissemina la partitura di autocitazioni estrapolate dai poemi sinfonici precedenti che si uniscono a scelte musicali particolarmente efficaci: il tema dell’eroe, vigoroso e vitale, quello degli avversari, petulante e grottesco, il tema della donna amata affidato al timbro suadente del violino solista, fino al poetico episodio conclusivo che sigla la quiete finalmente conquistata dall’eroe dopo aver affrontato mille avventure.