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16 marzo ore 20, sala Mehta: concerto sinfonico di Daniele Gatti

Concerto sinfonico diretto dal maestro Daniele Gatti, sul podio della Sala Mehta, sabato 16 marzo 2024 alle ore 20 

In programma, composizioni di Franz Joseph Haydn, Paul Hindemith e Richard Wagner. 

Il concerto sarà trasmesso in differita su Rai Radio 3 

Firenze, 14 marzo 2024 – Ad appena ventiquattr’ore di distanza dalla prima del Don Pasquale di Gaetano Donizetti, in programma il 15 marzo in Sala Grande, il maestro Daniele Gatti, insieme all’Orchestra del Maggio, si ‘trasferisce’ in Sala Zubin Mehta per il concerto sinfonico previsto per sabato 16 marzo alle ore 20. Sui leggii dell’Orchestra un programma che abbraccia quasi due secoli di musica: in apertura una delle più conosciute composizioni di Franz Joseph Haydn, la Sinfonia n. 44 in mi minore, nota come Trauer-Symphonie (Sinfonia funebre), composta intorno agli inizi degli anni ’70 del 1700 e pensata in primo luogo alle esecuzioni nelle sfarzose dimore dei principi Esterházy, della cui orchestra Haydn era maestro di cappella. Il sottotitolo Trauer-Symphonie, con cui oggi è conosciuta, non è però autografo, in quanto è stato probabilmente aggiunto tempo dopo l’epoca di composizione della sinfonia; secondo alcuni deriva forse da una volontà espressa dallo compositore di volerla eseguita durante il suo funerale. 

Segue la suite Nobilissima visione, di Paul Hindemith: l’ispirazione venne al compositore di Hanau nel periodo in cui egli era proprio a Firenze, dove rimase profondamente colpito dagli affreschi di Giotto nella Chiesa di Santa Croce, in particolar modo da quelli raffiguranti San Francesco d’Assisi. Nobilissima visione, che nasce come balletto, andò in scena per la prima volta a Londra nell’estate del 1938: subito Hindemith ne estrasse la suite che fu presentata a Venezia, diretta dallo stesso compositore, nel settembre dello stesso anno. 

Chiude il concerto Karfreitagszauber (L’incantesimo del Venerdì Santo) – un affresco musicale che descrive il risveglio della natura con il primo sole della mattina – ed estratto dal Parsifal, ultimo capolavoro di Richard Wagner andato in scena per la prima volta nel luglio del 1882 al Festival di Bayreuth diretto da Hermann Levi ma rimasto inedito negli altri teatri europei fino all’alba del 1914.

Il prossimo appuntamento sinfonico del maestro Daniele Gatti è invece in cartellone per il 13 aprile 2024, con il concerto inaugurale dell’86°Festival del Maggio Musicale Fiorentino, che vedrà fra i protagonisti Sara Blanch (anche lei impegnata nelle recite del Don Pasquale di questi giorni) insieme all’Orchestra e al Coro del Maggio. 

Il programma:

Franz Joseph Haydn
Sinfonia n. 44 in mi minore Trauer-Symphonie (Sinfonia funebre), Hob:I:44

Tra il 1767 e il 1772 Haydn realizzò un gruppo di composizioni particolarmente affini alle istanze coeve dello Sturm und Drang in cui sperimentò formule e tecniche espressive del tutto nuove. La Sinfonia n. 44 in mi minore fu completata nel 1772 ed è tra le più note del gruppo anche in virtù dell’appellativo apocrifo di Trauer-Symphonie (Sinfonia funebre) probabilmente collegato a un desiderio espresso dallo stesso Haydn. Pare infatti che il compositore, molti anni dopo aver composto la Sinfonia in mi minore, avesse dichiarato di apprezzarne così tanto l’Adagio da volere che venisse eseguito ai suoi funerali, cosa che tuttavia non avvenne. Nonostante non vi sia niente di lugubre in quest’opera, è altresì innegabile il suo carattere serio e impegnato dovuto tanto alla tonalità minore, sfruttata in tutte le sue potenzialità espressive, quanto alle melodie di particolare impatto impiegate da Haydn, come il mirabile canto affidato ai violini in sordina nel già citato Adagio, o i temi carichi di pathos e concitazione che innervano il primo e il quarto movimento.

Paul Hindemith
Nobilissima visione, suite

Nato nel 1938 dalla collaborazione con il coreografo Léonide Massine, il balletto Nobilissima visione di Paul Hindemith vide la luce in pieno regime nazista e fu l’ultimo lavoro del compositore prima della sua partenza definitiva dalla Germania. L’anno precedente Hindemith era rimasto folgorato dal ciclo di affreschi giotteschi sulla vita di San Francesco nella chiesa di Santa Croce a Firenze. Da lì l’idea, maturata con il coreografo, di farne un balletto; il titolo si riferisce infatti alla visione delle tre donne - Umiltà, Castità e Povertà - che cambiano radicalmente la vita di Francesco. Dopo il debutto a Londra il 21 luglio 1938, l’autore decise di estrapolare cinque numeri dalla partitura originaria per farne una suite che lui stesso presentò in prima esecuzione a Venezia il 13 settembre 1938. La suite orchestrale è suddivisa in tre macro sezioni in cui, pur non rispettando l’originaria successione narrativa, Hindemith mantiene una perfetta coerenza espressiva: dalle meditabonde melodie della prima sezione in cui si descrive il santo nel suo ritiro sui monti dopo aver scelto la via del Signore, al ritmo di marcia militare che descrive la vita di Francesco prima della conversione e il lirismo che sottolinea l’incontro con le tre donne nella seconda parte, fino alla conclusione della terza sezione - Laudes creaturarum - costruita su una grandiosa passacaglia con venti variazioni.

Richard Wagner
Da Parsifal: "Incantesimo del Venerdì Santo" (atto III)

Tenuto a battesimo da Hermann Levi al Festival di Bayreuth il 26 luglio del 1882, Parsifal è l’ultimo dramma musicale di Richard Wagner. Nel mito medievale di Parsifal, cavaliere della Tavola Rotonda votato alla ricerca del Santo Graal, si ritrovano temi particolarmente congeniali alla poetica wagneriana. Il Parsifal di Wagner, il ‘puro folle’ perché inizialmente inconsapevole del proprio destino, è l’eletto alla conservazione e difesa della santa reliquia. Ma la via che porta alla rivelazione è lunga e disseminata di ostacoli e tentazioni. Dopo aver affrontato e sconfitto il mago Klingsor, rappresentante del mondo del Male, e riconquistato la Sacra lancia della salvezza, Parsifal vaga senza meta per un tempo indefinito, in un cammino di trasformazione spirituale. Temprato dalla sofferenza e spinto dalla fede, all’inizio del terzo e ultimo atto, giunge finalmente al castello di Montsalvat, tempio dei cavalieri del Graal. Ma il tempo della redenzione è ormai vicino e dopo il rito dell’investitura e della benedizione impartita dall’anziano cavaliere Gurnemanz, Parsifal si avvia al castello. Risuona in orchestra l’Incantesimo del Venerdì Santo, un pannello sonoro di elegiaca bellezza che descrive il risveglio della Natura ai primi raggi del sole mattutino. Nell’avvolgente melodia degli archi fluttuano dolcemente le sonorità dei legni e risuonano come echi di giubilo in lontananza gli squilli degli ottoni: è il benevolo presagio della rinascita e della salvazione finale.