Pagliacci
Pagliacci, opera in due atti con prologo, di Ruggero Leoncavallo, si colloca sulla fortunata scia di Cavalleria rusticana, che aveva aperto la strada al filone del teatro verista. Il libretto, approntato dallo stesso autore, è tratto da un argomento di cronaca nera, un delitto passionale realmente accaduto a Montalto Uffugo, il paese della Calabria dove viveva il compositore da giovane. Rappresentata al Teatro Dal Verme di Milano il 21 maggio 1892, sotto la bacchetta di Toscanini, l’opera raggiunse fama internazionale in brevissimo tempo. L’ambientazione popolare, dove i sentimenti violenti sono restituiti da una vocalità convulsa, fa da sfondo al dramma della gelosia di Canio, capocomico di una compagnia itinerante. Grazie al sottile espediente narrativo del teatro nel teatro, della vita reale che si consuma nella commedia recitata sulle scene, Leoncavallo potenzia la carica drammatica del soggetto. Il demone della gelosia che divora il protagonista, uomo infelice nella realtà e nella finzione, non può che condurlo alla catastrofe finale, con l’efferato omicidio della moglie adultera Nedda e del suo sfortunato amante.
Cavalleria rusticana
Al concorso indetto dall’editore Sonzogno nel 1888, per un’opera in un atto unico, si classifica al primo posto Cavalleria rusticana, lavoro di Pietro Mascagni, allora compositore ventenne di belle speranze. Fin dal suo debutto, al Teatro Costanzi di Roma il 17 maggio 1890, l’opera di Mascagni si guadagna un meritato e strepitoso successo, complici un soggetto di grande attualità, l’omonima novella di Giovanni Verga ridotta a libretto da Guido Menasci e Giovanni Targioni-Tozzetti, e una musica che, dalle arie dei protagonisti ai duetti, dal Preludio fino al celebre Intermezzo, è pervasa da una passionalità senza pari. Cavalleria rusticana è una storia di amori tormentati, passioni brucianti, gelosie e vendette che si conclude nel sangue nel giorno di Pasqua. Nel momento in cui la cristianità celebra il trionfo della vita sulla morte, per i protagonisti dell’opera non c’è posto per la redenzione o il perdono. Solo la giustizia sommaria, in punta di coltello, avrà il potere di vendicare l’onore perduto e l’onta del tradimento.
Allestimento della Dutch National Opera di Amsterdam
Cast aggiornati al 30 giugno 2025
Manifesto © Gianluigi Toccafondo
Biglietti in vendita: 8 settembre 2025
Maestro concertatore e direttore
Riccardo Frizza
Maestro del Coro
Lorenzo Fratini
Regia
Robert Carsen
Scene
Radu Boruzescu
Costumi
Annemarie Woods
Luci
Robert Carsen e Peter van Praet
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Coro di voci bianche dell'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino
Maestra del Coro di voci bianche
Sara Matteucci
Pagliacci
Nedda
Corinne Winters
Canio
Brian Jagde
Tonio
Roman Burdenko
Beppe
Lorenzo Martelli
Silvio
Hae Kang
Cavalleria rusticana
Turiddu
Luciano Ganci
Santuzza
Martina Belli
Lucia
Vesselina Kasarova
Alfio
Roman Burdenko
Lola
Francesca Di Sauro
Platea 1 (prima recita) | 130,00€ |
Platea 1 (repliche) | 110,00€ |
Platea 2 | 90,00€ |
Platea 3 | 75,00€ |
Platea 4 | 65,00€ |
Palchi | 45,00€ |
Galleria | 35,00€ |
Visibilità limitata | 15,00€ |
Solo ascolto | 10,00€ |