Il castello di Barbablù
Il castello del principe Barbablù, opera in un atto su libretto di Béla Balàzs fu composta da Bartók nel 1911 ma rappresentata solo sette anni dopo, il 24 maggio 1918 al Teatro dell’Opera di Budapest. Il libretto proposto da Balàzs recupera la figura della tradizione favolistica dello spietato Barbablù per calarla in una cornice simbolista sulla scia del Pelléas et Melisande di Debussy-Maeterlinck. L’opera, articolata in nove scene, prevede solo due protagonisti: Barbablù e la moglie Judith che si esprimono con un canto, prevalentemente recitativo, basato su scale pentatoniche di tradizione popolare ungherese. L’azione si svolge nel castello del principe in epoca medievale. Un prologo recitato da un bardo introduce la prima scena che descrive la risolutezza di Judith nel voler seguire il marito nel suo lugubre e misterioso castello. La donna vuole però conoscere il passato di Barbablù e inizia ad aprire una dopo l’altra le sette porte segrete del castello. Con sgomento scopre stanze e luoghi sinistri macchiati di sangue, elemento cardine dell’opera associato da Bartók all’accordo di seconda minore, il più dissonante in assoluto. Nell’aprire la settima e ultima porta, Judith teme di trovare i cadaveri delle precedenti mogli assassinate ma invece vedrà sfilare davanti ai suoi occhi tre donne vive e riccamente abbigliate. Sono le donne del mattino, del meriggio e della sera che ormai appartengono solo al mondo dei ricordi di Barbablù. Judith, come donna della notte, dopo essere stata incoronata e ricoperta di gioielli dal marito, le seguirà per sempre nella settima stanza, la cui porta si chiude facendo ripiombare il castello nell’oscurità.
La voix humaine
Nel 1930 Jean Cocteau aveva portato sulle scene della Comédie-Française La voix humaine, dramma della solitudine e disperazione di una giovane donna abbandonata dal suo amante. La proposta di realizzare un’opera su quel soggetto giunse a Francis Poulenc da Hervé Dugardin, allora direttore della filiale parigina di Casa Ricordi. Il compositore, che già aveva messo in musica testi Jean Cocteau, accettò volentieri la sfida di adattare un testo squisitamente teatrale alle esigenze della musica e la sua versione de La voix humaine debuttò al Théâtre national de l'Opéra-Comique il 6 febbraio del 1959. Unico personaggio in scena, la protagonista - definita genericamente Elle (lei) - parla al telefono con l’amante di cui non udiamo mai la voce ma le cui risposte sono intuibili dal cambio di tono di Elle. Impegnata in un lungo monologo attaccato al filo del telefono, Elle è un ruolo vocale complesso, a metà tra teatro di prosa e teatro musicale che richiede parimenti doti vocali e attoriali. Ne La voix humaine di Poulenc tutto sta infatti nella voce, nella capacità camaleontica di restituire ogni sfumatura dello stato emotivo della protagonista: l’apparente calma iniziale, il dubbio, l’incomprensione, la solitudine, l’agitazione, la disperazione, il tormento fino all’affranto “je t’aime” finale che chiude la telefonata e l’opera in modo perentorio e sconsolato.
Nuovo allestimento in coproduzione con Tiroler Festspiele Erl
Cast aggiornati al 30 giugno 2025
Manifesto © Gianluigi Toccafondo
Biglietti in vendita: 8 settembre 2025
Maestro concertatore e direttore
Martin Rajna
Regia
Claus Guth
Scene
Monika Pormale
Costumi
Anna Sofia Tuma
Luci
Michael Bauer
Drammaturgia
Yvonne Gebauer
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Il castello di Barbablù
Barbablù
Florian Boesch
Judith
Christel Loetzsch
La voix humaine
Elle
Anna Caterina Antonacci
Platea 1 (prima recita) | 130,00€ |
Platea 1 (repliche) | 110,00€ |
Platea 2 | 90,00€ |
Platea 3 | 75,00€ |
Platea 4 | 65,00€ |
Palchi | 45,00€ |
Galleria | 35,00€ |
Visibilità limitata | 15,00€ |
Solo ascolto | 10,00€ |